In questo delicato momento di crisi, è in costante crescita il numero delle famiglie che, senza colpa, si trovano in difficoltà economica, non riuscendo ad adempiere ai propri debiti. Proprio per andare incontro a queste situazioni è nata la legge 3/2012, che ha introdotto importanti strumenti per aiutare i soggetti sovraindebitati.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Francesca Scoppetta, ideatrice del progetto Prodeitalia.
Avvocato Scoppetta, come è nata Prodeitalia e di cosa si occupa?
Prodeitalia è il nome di un progetto (progetto debiti Italia) che l’associazione CSI Kronos promuove per informare chi si trova in difficoltà sulle possibilità che offre la legge 3/12, che consente a chi è meritevole di ‘tagliare’, cioè cancellare definitivamente, fino all’80% dei suoi debiti.
Recentemente avete attivato un numero verde sulla legge 3/2012 sul sovraindebitamento, che comunemente viene chiamata Legge ‘Salva suicidi’, per spiegare ai cittadini come funziona. Perché questa scelta?
Perché si tratta di una legge ancora poco conosciuta ed applicata e vogliamo dare la possibilità a tutti quelli che si trovano in difficoltà e non riescono più a pagare i propri debiti, ma vogliono onestamente risolvere la loro situazione, di conoscere la tutela prevista dalla legge 3/12 che consente a chi ne ha bisogno di avere una nuova opportunità.
Il numero verde, oltre alla possibilità di contattarci dal sito di Prodeitalia (www.prodeitalia.it) e oltre alla presenza costante e quotidiana sui social (pagina Facebook e LinkedIn di Prodeitalia) rappresenta una forma di contatto veloce e immediato anche per chi non ha molta familiarità con le mail.
Quanto è diffuso il fenomeno del sovraindebitamento in Italia?
Le ultime stime ISTAT parlano di oltre 7 milioni di sovraindebitati in Italia, ma potrebbero essere molto di più e comunque il dato è in costante crescita.
Nella pratica quali sono le procedure previste dalla Legge 3/2012?
Esistono tre diverse procedure: il cosiddetto ‘piano del consumatore‘; l’accordo con i creditori e la liquidazione del patrimonio.
Il piano del consumatore prevede un taglio dei debiti che consenta di prevedere un pagamento compatibile con lo stipendio di chi è sovraindebitato al netto di ciò che gli serve per poter vivere e mantenere la sua famiglia. In pratica si continuano a pagare i propri debiti, ma decurtati della misura che li rende sostenibili per il soggetto in difficoltà.
L’accordo con i creditori prevede la possibilità di tagliare i propri debiti in base ad un accordo che ottenga il parere favorevole di almeno il 60% dei creditori e che viene poi verificato nella sostenibilità e omologato dal giudice.
La liquidazione del patrimonio prevede l’offerta di tutto ciò che si ha – casa, macchina, moto, oggetti di valore – ai creditori affinché si soddisfino con il ricavato della vendita dei beni.
In questo caso si hanno 4 anni di tempo per vendere i beni e la vendita è fatta al valore commerciale. È una situazione che può sembrare drastica, ma in realtà serve in situazioni in cui non si hanno altre risorse, come ad esempio nei casi di cassa integrazione o riduzione coatta dell’orario di lavoro, quando lo stipendio non sarebbe sufficiente a pagare i debiti neanche pro quota perché troppo basso.
In tutte e tre le procedure l’adempimento del debitore è fondamentale e il giudice omologa ed esdebita, riabilitandolo, solo chi si attiene a quanto promesso nel piano, nell’accordo o con la liquidazione.
Potrebbe sembrare uno strumento solo a vantaggio del debitore, che vedrà ridotti i propri debiti.
In realtà la legge 3/12 serve ad aiutare solo le persone che si sono trovate in difficoltà per un evento sopravvenuto che ha cambiato le loro condizioni economiche – come ad esempio un licenziamento, una malattia – ma che onestamente vogliono adempiere tutti i loro debiti.
In quest’ottica i crediti cosiddetti chirografari, non assistiti da un titolo, quindi il 90% dei crediti delle finanziarie, senza la legge 3/12 sarebbero difficilmente recuperabili nei confronti di soggetti sovraindebitati. Questo perché se hanno una casa, la banca che ha concesso il mutuo (ipotecario) per l’acquisto prende tutto il ricavato della vendita all’asta in caso di pignoramento immobiliare e anche in presenza di creditori intervenuti ma chirografari.
Se invece si tratta di debitori nullatenenti, il credito delle finanziarie potrà essere recuperato solo se c’è adempimento spontaneo da parte del debitore, ma difficilmente sarà ottenibile l’intero e i tempi saranno comunque lunghissimi, considerato che l’unico strumento utile per il recupero coatto è il pignoramento del quinto dello stipendio, ma non può superare il livello di soglia di sussistenza.
Di conseguenza è solo grazie alla tutela offerta dalla legge 3/12 che un soggetto sovraindebitato potrà pagare pro quota anche i debiti chirografari delle finanziarie che, al pari degli altri debiti ‘titolati’, verranno considerati ai fini dell’adempimento.
Quali sono i soggetti che possono utilizzare questa legge? Quali sono i requisiti da soddisfare?
I soggetti interessati dalla legge 3/12 sono sia le famiglie, i consumatori, sia i professionisti, i piccoli artigiani, le imprese agricole e le associazioni sportive e in genere tutte le società non fallibili.
I requisiti necessari sono due: lo stato di bisogno o di sovraindebitamento per cui non si riesce più a far fronte ai propri debiti perché le uscite superano le entrate disponibili; e la meritevolezza che riguarda la valutazione del comportamento di chi si è trovato in difficoltà non per motivi futili o per non aver saputo amministrare diligentemente le sue risorse economiche, ma per motivi sopravvenuti che hanno modificato significativamente le sue condizioni di vita (ad esempio: licenziamento, riduzione dello stipendio, malattia)
Anche altri Paesi hanno introdotto nel proprio ordinamento una legge simile alla Legge 3/2012 sul sovraindebitamento? Con quali risultati?
Leggi simili alla nostra legge 3/12 esistono da più di vent’anni in Inghilterra, Francia e Spagna. Inizialmente il percorso di applicazione della legge è stato lento, ma poi sono stati registrati dati decisamente significativi come in Francia dove le procedure di esdebitamento sono state oltre 500.000 in dieci anni.
Recentemente è stata presentata una proposta di riforma del settore della tutela del credito “Disciplina dei servizi per la tutela del credito”, a firma dell’onorevole Paolo Petrini. Come giudica l’iniziativa?
Ho avuto modo di leggerla per intero la proposta dell’On. Paolo Petrini e la ritengo completa, rappresenta una riforma organica e va nella direzione di un possibile dialogo anche sui temi della cultura finanziaria e sulla tutela prevista dalla legge sul sovraindebitamento nel senso che sottolineavo prima, di effettiva possibilità di recupero, sebbene pro quota, dei crediti chirografari delle finanziarie.
Credo che una tavola rotonda sulla riforma del credito in senso lato non possa prescindere dalla valutazione del ruolo delle società di recupero e una maggiore credibilità di questo ruolo non si contrappone alla tutela del debitore che vuole onestamente adempiere ai suoi impegni e, per questo, viene tutelato. Anzi, in questa logica la credibilità del ruolo delle società di recupero e la tutela di chi si trova in difficoltà possono essere le due facce della stessa medaglia che è la crisi da sovraindebitamento, quindi, le rispettive posizioni sono compatibili e connesse.