Il disegno di legge presentato dall’onorevole Paolo Petrini, in collaborazione con l’Osservatorio Imprese e Consumatori, prevede la possibilità di acquistare il proprio credito “deteriorato” prima che la banca lo ceda a terzi
Il 22 settembre è stata presentata alla Camera dei deputati la proposta di legge “Disposizioni per favorire la definizione delle sofferenze bancarie” (4655) che prevede importanti novità per la gestione dei crediti deteriorati presenti nel sistema bancario e in materia di recupero crediti.

Primo firmatario della proposta l’onorevole Paolo Petrini (PD), già promotore della proposta di legge dal titolo: “Disciplina dei servizi per la tutela del credito” (4261), attualmente in Commissione Giustizia della Camera. Come per la proposta di legge in materia di tutela del credito, anche in questo caso, il disegno di legge è stato formulato con la collaborazione dell’Osservatorio Imprese e Consumatori (OIC). La problematica affrontata è di stretta attualità, su questa materia sono già state presentate diverse proposte di legge, come il DDL Paglia (SEL), il DDL Marotta (NCD), il DDL Alberti (M5S) e il DDL Ruocco (M5S) presentati sempre alla Camera e il DDL De Petris (SEL) presentato al Senato. L’Osservatorio, da sempre ispirato ai principi del bene comune, ha quindi ritenuto opportuno dare il proprio contributo per formulare un testo vantaggioso sia per i consumatori, sia per il sistema finanziario. L’obiettivo è di mettere in campo misure correttive capaci, da un lato, di migliorare il recupero del credito e, dall’altro, di aiutare chi non è più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni finanziarie per cause non dipendenti dalla propria volontà e dal proprio comportamento, riprendendo quale metro di valutazione la meritevolezza del debitore. Criterio già previsto nella legge numero 3 del 2012 in materia di sovraindebitamento, tematica approfondita dallo stesso Osservatorio in due Workshop (l’ultimo dei quali lo scorso 25 ottobre presso il CNEL di Roma), che hanno visto la partecipazione di alcuni dei massimi esperti della materia, al fine di analizzare l’attuale normativa, discutere, formulare nuove proposte e promuovere soluzioni vantaggiose per tutti.
La proposta di legge “Disposizioni per favorire la definizione delle sofferenze bancarie” interviene quindi su più fronti. Prevista la possibilità per il debitore, gravato da un debito che non è in grado di onorare, di poter addivenire ad una transazione con la banca prima che questa lo ceda a terzi. Prevista poi la creazione di un Fondo di solidarietà a sostegno del reddito che intervenga nei casi di diminuzione della capacità reddituale delle famiglie, dovuta a eventi improvvisi quali, ad esempio, la cassa integrazione guadagni, la perdita del posto di lavoro, il venire meno della capacità lavorativa del coniuge. Infine, la proposta prevede l’istituzione di un Organismo nazionale pluralistico per il controllo e la regolazione dei servizi di tutela del credito, sottoposto alla vigilanza del ministero della Giustizia.
Le misure sono state pensate alla luce dell’attuale situazione economica. “La profonda e prolungata recessione – si legge nella proposta di legge – che ha colpito l’economia italiana e la lunghezza delle procedure di recupero dei crediti anche in considerazione della vetustà della normativa vigente introdotta dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (TULPS), hanno concorso a determinare un elevato livello di crediti deteriorati nel sistema bancario italiano”. Crediti deteriorati che da una parte penalizzano l’offerta di credito alle famiglie e alle imprese “in quanto riducono la profittabilità delle banche e richiedono accantonamenti di bilancio onerosi, vincolando elevati livelli di capitale per il maggior rischio delle attività deteriorate”, dall’altra “innalzano il costo della raccolta per il maggior rischio percepito dagli investitori associato ad alti volumi di NPL”.
La proposta nel dettaglio
Entrando nel dettaglio della proposta di legge, secondo l’articolo 3, all’atto della classificazione a sofferenza della posizione, l’intermediario finanziario è tenuto a specificare che il credito potrebbe essere oggetto di cessione a terzi, trascorsi 60 giorni dalla data di classificazione, informando per iscritto in tempo utile il debitore al fine di permettergli di proporre una istanza di transazione. Il debitore ha quindi diritto di proporre al creditore cedente una transazione che sia parametrata alla capacità di spesa desumibile dall’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e dalle dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni o, in alternativa, da un’autocertificazione del debitore. Il creditore avrà quindi 30 giorni per fornire una risposta scritta al debitore sia in caso di approvazione del piano, sia in caso di diniego.
La possibilità di addivenire a una transazione con la banca, si legge nella proposta, porterebbe un doppio vantaggio: “sia il ritorno in bonis di molti debitori che possono nuovamente avvicinarsi al sistema bancario per nuovi investimenti produttivi che stimolerebbero anche la crescita e il prodotto interno lordo (PIL), sia il miglioramento del senso di fiducia verso le banche che si liberano dal peso dei crediti deteriorati, con tutto vantaggio per un’altra categoria meritevole, soprattutto in questo ultimo periodo di tutele maggiori, cioè i risparmiatori”.
“Il valore della transazione non sarebbe legato obbligatoriamente al prezzo di cessione massiva da parte della banca”. Verrebbe quindi lasciata “una giusta discrezionalità all’istituto in merito alla percentuale di stralcio e di valore di realizzo del credito, anche in considerazione che ogni posizione debitoria è diversa da un’altra”. Inoltre “vi sarebbero dei risparmi di spesa e di tempo dovuti all’incasso di tali somme, rispetto a un eventuale recupero stragiudiziale e poi giudiziale, che spesso gli istituti bancari affidano in outsourcing con ulteriore aggravio di costi”.
L’articolo 11 prevede, invece, l’istituzione del Fondo di solidarietà a sostegno del reddito per aiutare coloro che si trovano, senza colpa, nella condizione di non riuscire a pagare quanto dovuto. Una proposta contenuta anche nel DDL “Disciplina dei servizi per la tutela del credito”, relativamente alle bollette delle utenze.
Il Fondo oltre a offrire sostegno economico, svolgerebbe anche l’attività di consulenza e di orientamento nei confronti di persone che hanno una situazione debitoria complicata. Alla CONSAP Spa, sarebbero demandate le funzioni di gestione e di controllo del Fondo. La vigilanza sarebbe del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il patrimonio del Fondo sarebbe costituito dai contributi annuali delle società creditrici e dai contributi dei soggetti debitori stabiliti nei contratti di finanziamento.
La proposta di legge, si legge nel testo, è “ispirata ai principi cardini del bene comune affinché in un futuro prossimo si possa realizzare una cultura del credito che aiuti il debitore a rispettare le proprie obbligazioni per evitare un aumento dei crediti deteriorati nel sistema bancario, i quali oggi rappresentano il frutto di una mancanza di regole certe e tali regole non possono che scaturire da una concertazione tra una pluralità di stakeholder uniti per il bene comune”. Per questo “al fine di garantire parità di accesso al mercato dei servizi di gestione del credito e di assicurare il progressivo adattamento alle evoluzioni del settore” viene prevista l’istituzione di un “Organismo nazionale pluralistico per il controllo e la regolazione dei servizi di tutela del credito, che è sottoposto alla vigilanza del ministero della Giustizia, un ministero pienamente competente avendo il monitoraggio di tutta la filiera del recupero credito end to end, cioè dalla lavorazione stragiudiziale o mediazione fino all’eventuale recupero legale”.
L’Organismo, previsto anche nel DDL “Disciplina dei servizi per la tutela del credito”, a garanzia della pluralità delle parti, sarebbe formato da sette membri: un componente indicato dal ministro della Giustizia, che lo presiede, due componenti designati dal Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU), due componenti designati dalla Confindustria e dalla Rete imprese Italia in rappresentanza delle principali società che acquisiscono servizi di gestione del credito e due componenti in rappresentanza delle associazioni di imprese finanziarie e bancarie. I membri sono nominati per un triennio e non sono rinnovabili.
Sono funzioni dell’Organismo la regolazione del mercato dei servizi per la tutela del credito, la definizione dei requisiti minimi necessari per l’esercizio dell’attività e la vigilanza sul rispetto dei requisiti stessi da parte dei soggetti autorizzati e sui livelli minimi di competenza e di qualificazione professionale degli addetti. L’Organismo è preposto alla registrazione, alla sospensione e alla cancellazione dal Registro degli esercenti i servizi per la tutela del credito.
La proposta di legge “Disposizioni per favorire la definizione delle sofferenze bancarie” si configura dunque come una proposta completa e organica, che si prefigge come obiettivo l’introduzione nel nostro ordinamento delle giuste misure correttive, capaci di tenere conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte.
Fonte: Oipa Magazine